E’ stato presentato nella mattinata di oggi, venerdì 3 dicembre a Trento, il libro di Andrea Leonardi: “Un innovatore nell’ingegneria del XIX secolo: Luigi Negrelli”, edito da Il Mulino, su un progetto della Fondazione Luigi Negrelli dell’Ordine degli Ingegneri di Trento. Alla conferenza stampa di presentazione, oltre all’autore, sono intervenuti il presidente della Fondazione, ing. Antonio Armani, il neo presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Trento, ing. Francesco Misdaris e la prof.ssa Tullia Iori, Ordinario di storia della costruzione e dell’ingegneria dell’Università Tor Vergata di Roma. Hanno voluto inoltre portare il loro saluto, il rettore dell’Università degli Studi di Trento, ing. Flavio Deflorian, l’assessore alla mobilità del Comune di Trento ing. Ezio Facchin ed il Consigliere provinciale, Marino Simoni.

Come ha spiegato l’ing. Armani nella sua introduzione, questo libro nasce da un fortunato incontro di qualche anno fa avuto con il prof. Andrea Leonardi, con l’idea di fare un po’ di ordine e chiarezza sulla vita e le opere di Luigi Negrelli, spesso ricordato solo per l’ideazione del Canale di Suez, dimenticando che invece, fu un vero ingegnere dei trasporti che ha lasciato tantissime opere che tutt’ora sono tratte fondamentali per gli interscambi economici e culturali dei popoli.

In questo libro infatti, l’autore fa chiarezza su alcuni aspetti della vita di Negrelli che in passato sono stati descritti in modo distorto.

Dalla attenta traduzione dalla lingua gotica della numerosa documentazione contenuta nell’archivio, (“Nachlaß Negrelli”) il prof. Leonardi con notevoli doti narrative, accompagna il lettore attraverso un periodo storico irripetibile, nel quale si sono messe le basi per la rivoluzione dei trasporti e dei collegamenti veloci fra i popoli e nel quale Luigi Negrelli si è reso protagonista quale ingegnere lungimirante e moderno.

I riferimenti ai tantissimi episodi della sua vita sono stati raccolti dai diari che teneva costantemente aggiornati e anche dalle lettere che scriveva ai familiari di Primiero e ai personaggi illustri del Regno Lombardo Veneto.

Luigi Negrelli è stato un ingegnere viaggiatore, innovativo, moderno e anche personaggio a volte scomodo proprio per le sue idee che erano avanti rispetto al normale approccio dell’epoca. Ha forse per primo coniugato l’ingegneria con l’economia aprendo di fatto la strada ai finanziamenti privati alle opere pubbliche. La sua finalità era anche e soprattutto volta a facilitare i rapporti fra le popolazioni, con tutte le conseguenze derivate.

La Fondazione Negrelli ha voluto così inaugurare con questa opera una propria collana editoriale che possa coniugare gli aspetti tecnici e quelli storici attraverso una prosa rivolta anche ai non addetti ai lavori.

Sia la prof.ssa Iori che l’autore stesso sono entrati nel merito dell’opera.

Luigi Negrelli viene ricordato dalla storiografia – rivestito spesso di un’intelaiatura ideale che non gli apparteneva affatto –  soprattutto per una delle realizzazioni di maggior rilievo dell’ingegneria civile del secolo XIX, il taglio dell’istmo di Suez, al cui progetto contribuì in modo decisivo. La sua opera di ingegnere si è tuttavia estesa a una vasta rete di infrastrutture di comunicazione in tutta l’area mitteleuropea e nel Settentrione italiano, con effetti sicuramente meno eclatanti rispetto al progetto del grande canale, ma capaci di far cogliere la poliedricità progettuale e al contempo l’elevato profilo umano di Negrelli. La figura di questo ingegnere pienamente integrato nella plurietnica società asburgica del XIX secolo e la sua opera innovativa in molti ambiti del settore trasportistico, emergono in tutta la loro rilevanza dall’analisi di una vasta documentazione da lui direttamente prodotta e rimasta fino ad oggi praticamente inesplorata. Il suo elevato profilo di tecnico-economista del sistema trasportistico si coglie nella capacità di analisi tanto degli elementi tecnici, quanto di quelli economici sottesi alla realizzazione di un progetto. Nell’ideare e poi nel procedere alla realizzazione di strade, ponti, ferrovie e canali, nel predisporre opere idrauliche e nell’imbrigliare corsi d’acqua, Negrelli era sempre attento a produrre opere che risultassero funzionali ai reali bisogni di un territorio, in armonia il più possibile con la natura e dimensionate rispetto alle risorse effettivamente a disposizione. L’impatto di tali interventi non si limitò all’Ottocento, ma risulta concretamente tangibile anche ai giorni nostri.

La ricerca presentata in questo volume, si avvale di un’ampia base di documenti prodotti dallo stesso Negrelli, così come da tecnici e politici protagonisti di una stagione di grandi opere ingegneristiche con cui egli era in rapporto. Avendo come punto di riferimento alcune recenti ricerche in campo storico-economico, territoriale e ingegneristico, è stato possibile produrre una nuova visione tanto della personalità, quanto della complessa opera ingegneristica di Luigi Negrelli. Ne emerge un profilo a tutto tondo di una figura di grande interesse, che dalla sua terra natale tra le Dolomiti e dall’Austria plurinazionale seppe proiettarsi dapprima verso un’Europa che viveva i dirompenti conflitti sfociati nei sommovimenti del 1848, per spingersi infine verso una dimensione che può senz’altro essere considerata globale. Profondamente ancorato a una visione lealista nei confronti del potere costituito, per lui rappresentato dalla dinastia degli Asburgo, abbracciò comunque convintamente la svolta costituzionale del 1848, ma seppe soprattutto interpretare il proprio ruolo di funzionario statale nel settore dei lavori pubblici con spirito di servizio, onestà, oculatezza e trasparenza, anche se ciò non gli evitò momenti difficili, preoccupazioni e amarezze. Facendo parlare direttamente i suoi scritti, nel volume vengono fatti cadere gli aloni retorici che in passato hanno contribuito a offuscare, se non addirittura a distorcere, la sua immagine. Luigi Negrelli, da uomo del suo tempo, viveva le tensioni e le contraddizioni di quell’epoca, assumendo talora anche posizioni rigide. Sapeva però guardare avanti con la lungimiranza che gli derivava tanto dall’attaccamento alla scienza, quanto dalla sua tempra morale. In un tempo in cui le ideologie nazionali stavano degenerando in contrapposti nazionalismi, che portavano a costruire barriere tra popoli ed etnie, una figura come quella di Negrelli si ergeva per abbattere gli ostacoli, per costruire ponti, per realizzare strade e ferrovie, per aprire canali che rendessero più facili, in un clima di collaborazione condivisa, le relazioni tra realtà e nazioni diverse.

INTRODUZIONE DEL LIBRO (ESTRATTO)

 Nel 2019, in occasione della ricorrenza dei 150 anni dall’inaugurazione del canale di Suez, ci sono state tanto in Europa, quanto in Egitto numerose iniziative culturali volte a ripercorrere le dinamiche sottese alla realizzazione di tale opera, che non rappresenta semplicemente una delle più importanti realizzazioni dell’ingegneria civile del XIX secolo, ma costituisce tutt’oggi uno dei punti vitali per lo svolgimento dei traffici tra Estremo Oriente ed Europa. Si è così avuta occasione per ricostruire, anche sulla base di nuovi apporti documentali, gli intricati rapporti politico-diplomatici tra i paesi europei e l’area sottoposta al dominio ottomano, così come il ruolo di alcuni dei più eminenti protagonisti che hanno reso possibile la progettazione e la realizzazione dell’opera. Tra questi spicca certamente la figura di un ingegnere, Luigi Negrelli, che ha rivestito un ruolo di primissimo piano non solo nell’ideazione e nella progettazione di questa grandiosa opera, ma anche nel rendere possibile un clima di condivisione politica ed economica attorno alla sua fattibilità.

La sua è una figura di tecnico che non si è focalizzata unicamente attorno alla formidabile impresa di Suez, ma ha avuto modo di esprimere le proprie capacità progettuali e gestionali in una molteplicità di campi e di situazioni marcatamente differenti in diversi territori d’Europa. Attorno al suo operato, peraltro scarsamente analizzato nella sua reale portata tanto tecnica che economica, si sono invece costruite nel tempo delle “mitologie” spesso destituite di fondamento, in quanto basate su ideologie precostituite anziché su prove documentali.

Nonostante alcuni recenti contributi abbiano consentito di affrontare, con prospettive più aperte rispetto al passato, l’esame dell’opera di Luigi Negrelli, la presenza attorno alla sua figura di una letteratura marcatamente “datata”, pone il problema di rivisitare, in modo particolarmente rigoroso dal punto di vista metodologico, non solo le sue numerose iniziative ingegneristiche, ma soprattutto il modo in cui sono state concepite, in termini tali da far emergere le caratteristiche e la personalità del progettista.

E’ risultato dunque importante, avvalendosi di una vasta mole di documentazione prodotta dallo stesso Negrelli e da una serie personaggi, anche di primissimo rilievo, con cui ha avuto modo di rapportarsi direttamente e parallelamente fruendo dei risultati di alcune importanti ricerche effettuate recentemente non solo in campo storico, ma anche in ambito economico, territoriale e ingegneristico, produrre una nuova lettura tanto della figura che dell’opera di Luigi Negrelli, priva anche degli ultimi residui di quegli aloni retorici che in passato hanno contribuito certamente a offuscare, e in diversi casi addirittura a distorcere il suo ruolo, il suo operato e, in ultima analisi, la sua immagine.

Per restituire dunque all’ingegnere tirolese la sua vera dimensione di uomo e scienziato di altissima statura e per altro verso, per far conoscere in modo adeguato e il più vasto possibile lui, la sua opera e anche gli ambienti in cui è vissuto e ha operato, l’autore parte dallo studio della documentazione prodotta dallo stesso Negrelli.

Le indagini archivistiche e le analisi documentarie sono iniziate 25 anni fa e hanno consentito di scandagliare diversi aspetti della vita e dell’opera dell’ingegnere, riuscendo a demolire una serie di luoghi comuni artatamente costruiti attorno al suo operato. Si è così potuto infrangere la tradizionale riservatezza che ha circondato la figura di Negrelli, specie nei suoi rapporti con i più autorevoli personaggi che occupavano le posizioni apicali non solo all’interno della Monarchia asburgica, ma sull’intero scacchiere europeo, riuscendo a mettere in evidenza una personalità particolarmente ricca, dinamica e aperta all’innovazione.

Questo libro si basa sul recupero, iniziato nel 2001, di tutta la documentazione che costituisce il Nachlaß Negrelli, un lascito riguardante l’intera vita professionale, pubblica e privata dell’ingegnere, raccolto dalla famiglia dopo la sua scomparsa e composto da 2.435 documenti di diversa natura. Tale documentazione è conservata nell’archivio del Technisches Museum di Vienna ed è stata fatta oggetto di studio da parte di chi scrive e del gruppo di ricerca che con lui opera e ha operato presso il Dipartimento di Economia in un primo tempo e successivamente presso il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento. La documentazione, che si compone di una prima tranche di 1.597 unità archivistiche, censite in un elenco realizzato all’inizio del XX secolo, è costituita da corrispondenza sia inviata da Luigi Negrelli a diversi interlocutori, che a lui indirizzata, nonché da una serie di relazioni, dispacci di servizio e note di varia natura dello stesso ingegnere. Si tratta di documenti datati tra il 1815 e il 1858. Durante i lavori di inventariazione di tale tipo di documentazione, coordinati tra il 2001 e il 2002 da chi scrive ed effettuati da Carla Camilleri con la collaborazione tecnica di Pietro Tedesco, è stata reperita e inventariata un’ulteriore notevole tranche di documenti, costituita da 838 unità archivistiche, conservate in 10 faldoni. Questi ultimi documenti, raccolti dalla figlia di Luigi, Maria, e dal biografo che con lei ha collaborato, Alfred Birk, erano stati prodotti con l’obiettivo di rivendicare per vie legali la paternità di Negrelli del progetto del canale di Suez e i diritti degli eredi a condividere i proventi derivanti dall’attribuzione al progettista di una quota di azioni di fondazione della Compagnie universelle du canal maritime de Suez.

Attraverso questo lavoro, facendo parlare il più possibile lo stesso ingegnere, attraverso la riproposizione di alcune sue relazioni e di diversi suoi rapporti e ricorrendo alla riproduzione di numerosi suoi carteggi con personaggi pubblici, ma realizzati spesso anche nella sfera privata, si è inteso restituire alla figura di Luigi Negrelli il ruolo che ha ricoperto nell’Europa del suo tempo. Si è dunque potuto cogliere il suo ruolo nella realizzazione di una serie di linee ferroviarie tanto nell’area mitteleuropea, quanto nell’Italia settentrionale, così come nell’ideazione e nella progettazione del canale di Suez. Lo si è potuto svestire da una serie di orpelli del tutto anacronistici che gli sono stati impropriamente addossati e che persistono tutt’oggi, enormemente amplificati oltretutto dagli strumenti mediatici. Si è anche inteso sgombrare il campo da alcune polemiche che, alcuni decenni or sono, avevano finito per sottolineare anziché l’opera di Negrelli e lo spirito con cui la realizzava, il clima – tipicamente ottocentesco, con i suoi limiti ed i suoi attriti – in cui essa venne ad inserirsi. Si è poi riusciti ad appurare, con pacatezza, ma anche con estrema chiarezza, come Luigi Negrelli riuscisse a salvaguardare e a coniugare la sua cultura italiana con il suo incondizionato e per certi versi viscerale amore non solo per la sua Primiero e l’Heimat tirolese, ma per l’intera Monarchia asburgica, le sue istituzioni e i suoi sovrani.

Nella sua introduzione, l’autore del libro ringrazia una serie di persone e istituzioni che a diverso titolo ne hanno facilitato la preparazione e l’elaborazione, come il conterraneo di Negrelli, Marino Simoni, allora presidente del Comprensorio di Primiero, che ha profuso impegno e mezzi per rivalorizzare una delle figure più luminose della sua terra e lo stesso Dipartimento dell’Università di Trento che ha reso possibili le numerose missioni di studio a Vienna, dove Leonardi ho trovato la preziosa collaborazione di Manuela Fellner, responsabile della sezione archivistica del Technisches Museum di Vienna, che ha facilitato lo svolgimento della sua ricerca. Un grazie tra gli altri è anche dedicato al presidente della Fondazione Luigi Negrelli, Antonio Armani, che “non si è limitato a sostenere la ricerca che confluisce nel presente volume, ma ne ha accompagnato con entusiasmo ogni fase”.

 NOTE SULL’AUTORE

Andrea Leonardi

 Professore ordinario di Storia economica presso il Dipartimento di Economia e management dell’Università degli Studi di Trento; è anche stato Visiting Professor presso la Wirtschaftswissenschaftliche Fakultät dell’Università di Innsbruck e presso la Facoltà di Economia dell’Università cattolica di Milano.

La sua ricerca ha analizzato le traiettorie dello sviluppo nella montagna alpina, con particolare attenzione al contesto tirolese e al ruolo delle organizzazioni mutualistico-solidali, nonché a quello delle diverse espressioni dell’imprenditorialità, compresa quella del settore turistico. Ha anche dedicato una parte dei suoi studi al processo di modernizzazione all’interno della Monarchia asburgica, così come alla storia finanziaria dell’Italia nel secolo XX. Negli anni più recenti ha affiancato alle tematiche di ricerca storico-economica contemporanea – in particolare relativa al secolo XX – quelle proprie della business history.

Recentemente ha sviluppato diversi filoni di indagine, inseriti in programmi di ricerca di interesse nazionale e internazionale. Uno di essi è volto a ricostruire la rilevanza economica dell’espandersi del fenomeno turistico, specie nel contesto della montagna alpina. Un secondo è invece mirato ad individuare il ruolo delle istituzioni di intermediazione finanziaria e creditizia di fronte alle alterne vicende dell’economia italiana nel corso del secolo XX. Un ultimo filone risulta finalizzato a cogliere il ruolo delle diverse tipologie di imprenditorialità nell’attivare nuovi percorsi di innovazione tecnologica, soprattutto nel campo dell’approvvigionamento energetico ed in quello della modernizzazione delle infrastrutture di comunicazione.

Il suo accostamento alla figura e all’opera di Luigi Negrelli è iniziato nel 1987 in preparazione di un convegno internazionale di studi, svoltosi a Primiero nel settembre del 1988. A seguito delle sollecitazioni emerse in quel convegno ha svolto numerose missioni di studio a Vienna al fine di recuperare la documentazione prodotta dall’ingegnere di Primiero e conservate nelle sedi archivistiche della capitale austriaca. Gli è così stato possibile recuperare un fondamentale fondo archivistico, Il Nachlaß Negrelli, conservato presso il Technisches Museum di Vienna, producendo la scansione di tutta la documentazione in esso contenuta e procedendo, in anni di lavoro, alla sua analisi.

Ha assunto la responsabilità e il coordinamento di diversi altri progetti di ricerca di interesse sia nazionale che internazionale e svolto la funzione di referee sia nella valutazione di progetti di ricerca in Italia, Austria e Svizzera, sia in qualità di componente di comitati scientifici di autorevoli riviste di taratura internazionale.

Ha organizzato e partecipato in qualità di relatore, discussant e chairman a numerosi convegni scientifici di rilevanza internazionale.

A coronamento della sua ricerca ha prodotto oltre 230 pubblicazioni, sia sotto forma di volumi monografici (19), che di saggi, apparsi in opere miscellanee e su riviste storiche ed economiche in diversi Paesi d’Europa. Ha anche curato, sia da solo che in collaborazione con altri studiosi europei, numerose pubblicazioni (34), di rilevanza nazionale e internazionale.